lunedì 15 agosto 2016

Il cancro addosso

Tumore:
ricerca, sentenza
o business?
         di Matteo Tassinari
Pensare il cancro. Il cancro, un processo di creazione impazzito, pensai...
Quando muore qualcuno di cancro, mi chiedo sempre dove aveva il tumore, chissà quale cellula l’ha determinato, quale la micro cellula malata ha raggruppato silenziosamente attorno a sé altre cellule. Tipo forme di stress potenti o lunghi periodi di depressione, se c'è stato un giorno preciso in cui è iniziato il golpe cellulare mentre il corpo ignaro era in un ufficio postale o al tavolo di un self-service.
Glioma, fibroma, blastoma, qualunque sia il tumore che sta devastando i tuoi giorni, cerchi con le mani il punto dolente del tuo corpo in cui si nasconde. E' in quel momento che capisci il livello della tua paranoia, della tua angoscia, capisci che non stai combattendo soltanto contro un tumore, in realtà sei in guerra contro un miliardo di cellule e una serie di pregiudizi stratificati nella tua mente nell'arco della tua vita. Perché non pensavi che toccasse proprio a te.
 
In ogni caso, la catastrofe più ingombrante, consistere nel persistere di un mondo dove la "diceria" e un venticello leggero. Vale a dire quello che accade da sempre. Intanto, tra 20anni, tutti quanti, medici compresi, ci sputeranno sopra alla Chemioterapia per la sua smodata tossicità e perché avranno trovato qualcosa di più remunerativo. La bestia Big Pharma è famelica, affamata, insaziabile, non si stanca mai d'incassare. E' capitato che un malato di cancro sia morto non di tumore, ma per gli effetti collaterali di questa cura ancora in estrema considerazione medica, come se altre strade non fossero possibili. Un pò quello che sta accadendo ora all'Interferone, un farmaco feroce che scombussola la mente dell'assuntore, talvolta fino al suicidio. Certo, abbassa le transaminasi, ma poi t'ammazza, se non smetti subito l'assunzione, per la sua nocività elevatissima. Un conoscente s'è buttato giù dal quarto piano perché non sopportava gli effetti indesiderati di questo farmaco.  



La vita oltre 
la chemioterapia
L'argomentare dell'oncologo e della letteratura medica, non è sufficiente, come non fornisce neppure un modo di pensarlo, un modo non dico di discuterci, ma di viverlo come parte di me, non chiamandolo più "corpo estraneo" come spesso i dottori dicono. Mi rimane indigesto, mi fa paura,  percepire il tumore come evento generico, incorporeo, imprecisato, sommario. Come le collezioni di dati, bioritmi, scopìe, tomografie assiali computerizzate (TAC), geometrie, proiezioni, rotazioni del tubo radiogeno, liquidi di contrasto e su quei dati un nugolo di mosche che discutono, si confrontano le idee terapeutiche, ricerche, novità, speranze, sudore. Pianto. Tutto questo non arriva a formare un pensiero potente?
Soubrette dopo  la chemioterapia
La filosofia scantona, non ce la fa, troppo pesante, nonostante le sue spalle grosse e non solo. Dai guadagni stratosferici di Big Pharma International sul cancro, non si direbbe l'indotto economico che arreca il tumore come fonte a cui attingere. Un vero Business del dolore chiuso in se stesso, dove c'è chi s'arricchisce e chi muore. Perché capita spesso di avere l'intruso e non saperlo. Ci convivi, lui ti lavora dentro e quando, alla fine, magari per un qualche accidente che non c’entra nulla, i medici lo scoprono, è ormai troppo tardi. La prevenzione, oggi lo sappiamo, diventa un atto fondamentale in queste circostanze.

Tra 20 anni la
chemio sarà vietata
Tra 20 anni la chemioterapia sarà vietata per la sua potente tossicità, vedrete!  Capisco il tono presuntuoso di questa mia previsione, ma già sono calati i picchi di tossicità delle ultime sacche di chemioterapia. La gente riesce a sopportarla meglio, segno del fatto che se si vuole qualcosa contro il dolore di questa pratica medica, si può fare. Intanto, allegramente, c'intossichiamo. Ma il gusto di arrivare sempre tardi non ce lo caverà mai nessuno, troppo avvinghiati a questo vizio.
Marijuana prescritta per uso medico
Ad esempio, a quando la legalizzazione per malati gravi l'uso di Marijuana che s'è scoperto, scientificamente, contenere notevoli benefici anche sui casi di Alzhaimer, Aids, tumori e altre patologie? In fondo, di cosa scriviamo? Di una pianta che per crescere ha bisogno solo di tre cose: Acqua, Terra e Sole. Più naturale di così c'è poca roba in giro, supermercati compresi. Ma lottare contro Big Pharma è come mettersi a cavallo e come don Chisciotte lottare contro i mulini a vento. Le parole più belle che uno possa desiderare di sentire, non sono più 'Ti amo', ma: 'Non si preoccupi, è benigno!'.

Sotto a chi tocca.
Si può ricominciare
Dopo l’operazione, chiesi di vederlo. A colpo d’ occhio sembrava una pallina di marmo, innocua, quasi graziosa. Dopo alcuni giorni lo esaminai al microscopio, e mi resi conto di che cosa fosse capace riproducendosi. Capii che avevo un nemico dentro di me: un alieno, che ha invaso il mio corpo per distruggerlo. Ora abbiamo un rapporto di guerra: lui vuole ammazzarmi, io voglio ammazzare lui. Una guerra frontale.
L’insondabile mistero della vita
Il pensiero scientifico, ci ha mentito per decenni spudoratamente, ha indugiato l’affronto più devastante sulle grandi pandemie, mettendo a rischio la vita dell'umanità più dolente. La peste nera e quella bubbonica, il vaiolo, il colera, la sifilide, oggetto di storici, filosofi, pensatori, romanzieri, cronisti dei tempi in cerca di esplicazioni razionali per cercare di non abbandonarsi troppo all'insondabile mistero esistenziale. La forza del male obbliga tutti alla sottomissione per quanto energica sia la nostra risposta di fronte a ciò che fugge per vite intere.
Che l'amor
t'esploda 
Si entra in una “killing zone”, battuta, illimitata, dall'artiglieria atomica e antica, senza la minima speranza. Un chemioterapico sa bene che la cura spesso è peggio del male, nell'atroce prolungamento del dolore con l’aggiunta di altro vomito e tempo da vivere con pruriti insopportabili o escoriazioni nate dal nulla sulle gambe, ventre, schiena. Voler pensare il cancro, per cercare di spiegarlo. Ma spiegare cosa? Che i linfonodi hanno bisogno di una piallata a base di sedute di radioscopie? Pensarlo il cancro, sbagliando, sia pure. Se si rifiuta il rischio di errore si è già rinunciato a qualsiasi pensiero sul cancro e la bestia ha già vinto.

Silenzio metafisico
Dalla nefanda e sinistra passività del silenzio metafisico, dare al tumore la giustizia che invoca, famelico, la giustizia della definizione astratta, il diritto di cittadinanza in un perimetro sacro, in cui l'odore d'ospedale non sia accolto insieme all'eterna verità. Di sicuro, avere un cancro, è un'esperienza che fa uscire da un certo automatismo di comportamenti, da quell'andare avanti con inerzia, dando per scontate le cose. In queste circostanze, uno è obbligato a fermarsi e pensare.
Trattarlo con riguardo perché è un enigma che la sfinge cosmica propone ai crocicchi, quando meni una vita non normale (secondo gli altri) perché farselo nemico è la fine prematura. In fondo non credo alla predestinazione. Esiste soltanto la predisposizione. Vi sono persone predisposte a morire di cancro e altre predisposte a morire impiccate, con lo stesso rigore clinico e l’uguale sentimento cinico. Il cancro viene in gran parte dalla follia repressa, per questo gli introversi hanno bisogno di parlare.
“La diffusione del cancro”
La terra contiene la vita, può contenerla e generarla senza essere vivente, perché separiamo natura organica da natura inorganica? L’inorganico, lo penso come qualcosa di puramente immateriale. Sento la musica Techno come una proiezione dell'inorganico, o quando leggo un romanzo di Baricco per saggiarne l’inconsistenza assoluta dell'etereo scrittore inspiegabilmente idolatrato da molti. La terra è tutta organica, vivente, pulsante, gravida 12 mesi all'anno. La terra è come noi, un essere mortale. E' la scoperta che ci permetterà a seguire questo on the road estenuante, è il mistero umano assoluto, anche se la diamo per scontata fino a farne la nostra personale pattumiera.
 Tomografia assiale computerizzata 
Il sole agonizza e agonizzerà ancora per molti decenni. I raggi cosmici, sfilacciandosi, i gas di schermo della biosfera bombardano cancro sui tessuti viventi, sui deserti, gli oceani, i ghiacciai silenziosi come i veri predatori della natura che quando sferreranno l’attacco, sarà immediatamente finita per tutti, senza toni apocalittici, anche se mi piacciono tanto. E' il caos, perché ormai è già, e subito, tardi. La terra è piena di metastasi, molte sono già esplose come Hiroshima. Altre son in attesa.
  Dopo la bomba      di Hiroshima
Quando suonarono le sirene guardammo lassù, all'orizzonte, oltre le montagne, in direzione di Nagasaki, ma non si vedeva niente. Tutto ad un tratto il cielo si squarciò in due. Ci fu un bagliore accecante e un occhio apparve nel cielo. Un occhio gigantesco, che ci guardò con una cattiveria che non si era mai vista. (Rapsodia in agosto). Quel che non dimenticherò è l’allegria generale, creata dai giornali e rimbalzata su tutte le facce, dopo la bomba di Hiroshima: “Questo fa finire la guerra: tutte le guerre, per sempre”, “Siamo entrati in un'epoca di prodigi mai visti”. Era sbarcato Cortés e gli Indiani poveretti accoglievano come un Dio il loro massacratore.                                                                              (Guido Ceronetti)
Non esiste     cancro oggettivo
La prima volta che mi arrivò una voce sul cancro come evento epidemico mondiale fu negli anni ‘70, leggendo qualcosa. Si trattava dell'opinione di un cancerologo francese che commentava l’atomica di Hiroshima più o meno cosi: “E’ cominciata la diffusione mondiale del cancro”. Ce l'ho dentro ancora quella voce, quelle parole, quella infallibile profezia. Ed ero bambino. Ma è già, subito, un difficile lavoro per il pensiero operare l’allacciamento, in termini speculativi, tra lo bomba di Hiroshima e il cancro mondiale.
Ripensando
alle         bufere
Era il 4 dicembre 1993, venti anni fa. Frank Zappa morì a Los Angeles per un cancro alla prostata. Negli ultimi tempi della sua vita, non rinunciò alla sua vena polemica annunciando di volersi candidare alla presidenza degli Stati Uniti in totale dissenso con la politica dell’ex presidente Reagan e con quella di George Bush. Il suo biglietto da visita o slogan era: "Potrei mai far peggio di Ronald Reagan?".
Pandora
scoperchiato
Sarebbe troppo rischioso dire che il tumore e pandemico. Alzando senza paura il velo, la faccia, è là! Siamo noi, viviamo, ci muoviamo, parliamo, leggiamo, scriviamo, cerchiamo di superarci senza riuscirvi. Un vaso di Pandora ancora da scoperchiare, chi lo alzerà quel coperchio?
L'uomo cancerifica la terra con la sua presenza in eccesso, la sua attività di delirio consumistico, i suoi pensieri criminali e la sua impossibilità di amare al di là di quel che più strettamente gli somiglia. Solo tre o quattro poeti fra tutti hanno sperimentato l'amore infinito, gli altri hanno amato donne, uomini, vino, oppio, arance, qualche gatto e la terra, sempre lei, salda il conto, d'accordo col cielo e il sole, inondando di cancro l'uomo. “La misura della vita è dunque la differenza che esiste tra lo sforzo delle potenze esterne e quello della resistenza interna". L'eccesso di quelle annuncia la sua debolezza, il predominare di questa è l'indice della sua forza.
L'angelo sterminatore
Il deserto si allarga e l'allargarsi del deserto stringe la vita dell'uomo sempre più incapace di pensare la vita, nascondendosi per darsi alla morte viziosa. Guardate le stesse ricerche sul cancro. Non sono anticancro che per chi non vuole pensare e per chi accetta la spennellata di morte che insita nei luoghi comuni dei “come stai” e “Come va?”.
Edvard Munch dipinto
Questa bancarotta non è muta, anzi assume in tutto la forma di un grido, di un'immagine dell'onda sonora ben più vasta e prolungata di quella sonnambulicamente trascritta da Edvard Munch, che se fosse percepito ci sarebbe insopportabile e ci costringerebbe a "fare qualcosa" per placarlo. Sono le cosiddette stelle inaccessibili.  
Credo di poter dire che lo stato della terra sia attualmente molto peggiore di quello che viene descritto dalla scienza dominante più pessimistica, perché il grido, l'incessante lamento di Munch che non può essere percepito delle forme viventi visibili e non visibili, non è oggetto misurabile, perché interiore e senza canali di comunicazione nervosa esterna, come succede con certi esseri che ci passano accanto non udiamo nulla, neppure un sospiro, eppure gridano con la forza di mille agonie.
Enigma cancro
Alla malattia infettiva e contagiosa per impiantarsi è sufficiente la debolezza fisica a causa di una fragilità immunodepressa, il cancro invece è attratto soprattutto dal sovraccarico di attività psichica, dal dinamismo mentale dissennato, dagli sconvolgimenti dell'anima all'esasperazione mentale. C’è gente molto superficiale che fino a quando non muoiono non capiscono, o meglio, rifiutando di capire, che stanno morendo, mandando a Volturno il momento migliore della nostra vita: la morte! E lancia epiteti della minchia come: “Il cancro è una parola, non una sentenza”. Per dirla con l'ottimo Nanni Moretti, le parole sono importanti. Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste. Le parole sono importanti! Aggiungo solo che il silenzio, di fronte a certe frasi, è la cura più potente all’ipocrisia e alla retorica sociale. Siamo stufi di minchiate.

La dolce "agonia" feroce
E’ questa la cifra totale della sofferenza che ognuno di noi porta in grembo, alcuni riescono a gestirla, altri no. Qui entrano in azione le cliniche della "dolce morte" (mai come in questo caso la parola dolce è stata usata a sproposito) pronte a venirti in aiuto ammazzandoti. Ormai alle follie dell'uomo e della donna sono abituato, c'ho fatto quasi il callo, meno alle sue consistenze. Voglio dire che l'inquietudine sta più nella quantità di persone dedite a devianze mostruose, non tanto le devianze mostruose, per quanto orribili, ma il livello espansionale delle persone dedite a devianze mostruose. Non è della famiglia dei Bartezzaghi. Questa l'hanno capita in pochi. Forse nessuno. O un paio di persone. Si facciano avanti. C'è un premio, per loro due.
     La    goccia
    nel       pane
Pensare al cancro. Appropriarselo come pensiero per respingerlo come paura. Chi pensa opera, non stramazza di passività. Ma un pensiero schiavo dei dati e depurato di qualsiasi relazione col mistero, che mai ci sarà rivelato, del mondo, è un pensiero inoperante, un pensiero morto e che fa morire. Sia dunque dedicato a tutti.
Il poeta e scrittore Alvaro Mutis il gabbiere
Sia dedicato anche a tanti volti cari che là, nelle penombre, nelle stanze visitate, non raggiungibili da altri conforti, patiscono e tremano per sé e per altriQuanta tristezza su volti nei reparti sigillati, pigiami che sembrano vele o mappe navali che coprono quattro ossa che stanno bucando la pelle. Getto il pane nell’acqua e dopo molti giorni lo ritroverai per sfamarti. Acqua e pane. "Come una goccia di splendore", di Alvaro Mutis, poeta colombiano morto pochi mesi fa, un autore che meriterebbe maggior considerazione e che consiglio soprattutto l'autentico capolavoro: "La neve dell'ammiraglio", anche se altri lo conosceranno anche per "Maqroll il Gabbiere" l'umanissimo semidio del coraggio e della sfida